Ne sono sempre stato convinto e lo ribadisco con forza: Beppe Donadio è uno dei più interessanti nuovi cantautori italiani. Una sorta di Billy Joel nostrano che dà ugual peso alla musica quanto al testo: uno story-teller che ha trovato il giusto mix tra poesia ed ironia.
Quelli che, all’epoca, mi avevano dato retta, avevano potuto goderne il concerto in Broletto nell’ultima edizione di Fare Festival.
Con il terzo album (Merendine, del 2006, e Houdini, del 2008, formavano una coppia di concept-album che narravano la storia di Beppe D. - alter ego dell’autore - alle prese con sogni di gloria, managers e case discografiche), Figurine (copertina Illustrata dai disegni di Guillermo Mordillo), Donadio si mostra più “cantautore” del solito, cercando una omogeneità che nei precedenti dischi era un po’ più sacrificata sull’altare dell’urgenza della comunicazione, del divertimento e della voglia di “suonare”.
Il nuovo lavoro comprende 11 canzoni, tra le quali spicca Il Primo Uomo sulla Neve, piccolo affresco della Grande Nevicata del 1985 cantato in duetto con Fabio Concato; nell’ironica Chips, brano sull’incomunicabilità da tecnologia, c’è l’intervento del Mago Forest (Michele Foresta). Figurine (title-track del disco) si apre con la telecronaca della finale del mondiale in Spagna del 1982 dall’indimenticabile voce di Nando Martellini; partecipa al disco anche Betty Vittori, alla cui avventura londinese e dedicata London Victoria.
E’ un disco più intimo e personale che, come i precedenti, sta già incontrando un grande successo all’estero, persino in Svizzera, la cui rete televisiva nazionale dedica programmi al “nostro” Beppe.
Ma perché noi in Italia dobbiamo sempre essere gli ultimi ad accorgerci dei nostri talenti (vedi Paolo Conte, Gianmaria Testa, Roberto Sironi e adesso anche Beppe Donadio)????
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