L’Università di Pavia celebra quest’anno il 650° anniversario dalla sua istituzione. In occasione di questa ricorrenza sono state organizzate parecchie iniziative a carattere divulgativo, tra le quali si inserisce la mostra “Non c'era una volta il personal computer”.
Il calcolo è da sempre fondamentale negli studi scientifici, ingegneristici. L’evoluzione degli strumenti di calcolo avvenuta grazie all’informatica ha permesso di giungere ad avere strumenti di calcolo personale prima e successivamente strumenti di elaborazione dati. Questo ha fatto sì che il personal computing sia ora una parte indispensabile di supporto ad ogni disciplina.
La mostra, curata da Gianni Danese (Docente Facoltà di Ingegneria) e Dino Baldi (Fondatore di ComPVter), ripercorre la storia dei personal computer fin dai primi anni ‘60, attraverso l’esposizione di numerosi reperti di archeologia informatica.
Le macchine esposte nell’allestimento di Enrico Valeriani (docente di Ingegneria) sono state selezionate in base all’importanza rivestita nell’epoca in cui sono state presentate. Il materiale proviene dalla sede di comPVter - gruppo di lavoro pavese interessato all’informatica in generale ed al retrocomputing, che ha anche preparato le macchine -, dall’Università di Pavia e dal Museo della Tecnica Elettrica dell’Università di Pavia, che sarà anche sede della mostra stessa.
Tra i “pezzi d’epoca” esposti, gli appassionati del settore riconosceranno…:
Programma 101 di Olivetti (1964), il primo calcolatore elettronico ad essere considerato desktop computer o personal computer, progettato e realizzato in Italia da Pier Giorgio Perotto.
HP 9100 (1968), concettualmente simile alla Programma 101, riprende anche l’idea di salvare i dati su una cartolina magnetica, infrangendo così un brevetto registrato da Olivetti (Negli anni ‘90 HP verrà per questo motivo costretta a pagare una royalty di 900mila dollari).
PDP 11 Microcomputer nato in casa Digital (Digital Equipment Corporation) nel 1970, il PDP 11 fa parte di una storica famiglia di calcolatori destinati a divenire una pietra miliare nella storia dell’informatica.
Magnavox Odyssey (1972), considerata la prima console per videogiochi in senso assoluto, non contiene alcun processore ma solo transistor e diodi.
Atari Pong (1976), la prima macchina prodotta da Atari è una console Pong, anzi “La Console Pong” per eccellenza.
VIC 20 (1980), diffusissimo home computer di casa Commodore. Primo elaboratore a superare la soglia di 1.000.000 di esemplari venduti, è dotato dello stesso processore dell’Apple II, personal computer del 1983 (anch’esso in esposizione).
TI99/4A (1981) il primo home computer a 16 bit è prodotto da Texas Instrumentse vantava una numerosa serie di espansioni, come floppy drive esterni, sintetizzatore vocale, porte seriali e memorie aggiuntive tutte agganciabili a cascata al fianco destro.
IBM 5150 (1981), conosciuto anche con il nome di IBM PC, è il capostipite a cui tutti i produttori di “compatibili” si sono successivamente uniformati.
Sinclair ZX Spectrum (1982), il più noto 8 bit prodotto da Sir Clive Sinclair, è considerato il rivale economico del Commodore 64 (anche lui in mostra).
Apple Macintosh 128k (1984), primo computer di successo ad utilizzare il mouse ed un’interfaccia grafica, insieme al quale nascono i concetti di scrivania, cestino, appunti e finestre.
PPC 640, curioso portatile prodotto da Amstrad (1988) con la possibilità di essere alimentato da comuni batterie di tipo torcia, dalla presa accendisigari dell’auto e dalla rete 220V.
E attraverso molte altre macchine si arriva agli anni ‘90… E sono proprio del 1990 un esempio del di PC assemblato (in casa, acquistando la componentistica, o in negozio, venduto già montato) e la prima console portatile di Nintendo, il Game Boy.
All’inaugurazione, oltre al rettore Angiolino Stella, interverranno i curatori e alcuni membri del comitato scientifico (Virginio Cantoni, Ivo De Lotto e Antonio Savini, docenti di Ingegneria, Dario Mantovani, docente di Diritto Romano, e Dario Lanterna, risorsa assegnata al Servizio gestione infrastrutture tecnologiche). |