Pavia Barocca, la Rassegna Internazionale di Musica Antica del Collegio Ghislieri, propone due appuntamenti nel nome di Niccolò Jommelli, musicista di scuola napoletana alla cui opera Ghislieri Choir & Consort ha dedicato in questi anni un lungo lavoro di studio e riscoperta…
Specificamente questo martedì sera, il musicologo Mario Marcarini terrà l’incontro Avventure di un musicista europeo dedicato alla “carriera internazionale” di Jommelli, acclamato all’epoca sua in tutta Europa.
Niccolò Jommelli è stato uno dei più acclamati, contesi e meglio retribuiti compositori d’opera della sua epoca; il suo orizzonte non si limitava tuttavia al repertorio per il teatro. Jommelli ha lasciato, infatti, una produzione sacra e strumentale di straordinaria qualità. Attivo in tutti i maggiori centri italiani, maestro di cappella in Vaticano dal 1750 al 1753 dopo un anno a Vienna, attivo poi a Stoccarda, fu persino capace di conquistare un salario fisso dalla corte del Portogallo, senza l’obbligo di risiedere a Lisbona, dove non si recò mai, ma soltanto inviando le sue opere, sacre e teatrali, per posta.
Mario Marcarini, musicologo milanese, protagonista nell’edizione 2011 di un’erudita e vivacissima apologia della Johannes-Passion, metterà in luce le mille sfaccettature della vita e dell’opera di una delle figure chiave del Settecento musicale italiano ed europeo.
Il prossimo martedì sera, Ghislieri Choir & Consort diretto da Giulio Prandi proporrà quindi al proprio pubblico due capolavori sacri dello stesso Jommelli, in occasione del concerto che, come ogni anno, Ghislierimusica dedica a PaviAIL, Sezione Autonoma di Pavia dell’Associazione Italiana contro le Leucemie - Linfomi e Mieloma, a cui sarà devoluto l’incasso della serata.
Nicolò Jommelli, Maestro di Cappella in Vaticano e Virtuoso personale del Pontefice, è stato artefice a Roma nel 1751 di una produzione sacra contenente opere dalle caratteristiche profondamente differenti.
Mentre per San Pietro componeva lavori di grande pregio, ma costruiti per rispettare i rigidi dettami dell’estetica tradizionale vaticana di ispirazione palestriniana, alla chiesa di Santa Maria dell’Anima, ancora oggi la parrocchia cattolica di lingua tedesca di Roma, proponeva opere di inaudita vitalità e ispirazione, caratterizzate da un linguaggio vivace ed estroverso, ricco di contrasti drammatici, e da un gusto per l’orchestrazione sperimentale e moderno.
I due salmi proposti nel programma - Dixit Dominus per soli, coro, archi e continuo e Beatus Vir per soprano, coro, archi e continuo - mettono a dura prova gli esecutori per la maestria tecnica richiesta dall’impervia scrittura strumentale e vocale, un virtuosismo tuttavia non fine a se stesso ma al servizio di un risultato espressivo sorprendente, di grande efficacia e impatto.
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