Ormai è un dato certo che la memoria crea stile. Il cosiddetto “effetto nostalgia” ha contaminato ogni aspetto della contemporaneità ed è sufficiente pronunciare la parola “vintage” per aprire i più svariati scenari.
La moda anti-moda si pone il meraviglioso proposito di dare nuova vita ai vecchi capi di abbigliamento di almeno vent’anni (venticinque per i britannici), ma sempre attuali. Si considerano vintage, infatti solo i vestiti, gli accessori e le scarpe che risalgono al periodo dagli anni ‘20 agli anni ‘90. Preziosi, storici e intramontabili, queste caratteristiche determinano il successo del vintage, un ritorno ciclico nella moda che ha un nuovo rilancio anche grazie alla crisi economica.
Il più lontano possibile dall’idea dell’usato, il vintage torna a rappresentare una grossa voce sia nei fatturati sia nelle attitudini della moda.
Ma non solo, il vintage permette una seconda vita agli abiti, diventa strumento prezioso per chi ne sa percepire la qualità e il nuovo “futuro”.
È strano a dirsi ma un capo vintage può vivere più volte senza mai essere fuori moda ed essere fenomeno cult della stagione…
Per scoprire quelli di quest’anno, l’invito è come sempre al Castello di Belgioso per la nuova edizione del Next Vintage, la mostra mercato che, coinvolgendo 55 espositori, offrirà un viaggio nel tempo - dal ‘700 al 1990 - che non mancherà di emozionarvi.
Tendenze del 2015 sono le tonalità pastellate, cromatismi gentili, stampe flower e stampe tatoo con ispirazione favola vintage. Protagonisti assoluti gli anni ‘70, i colori miscelati in cocktail di pattern a volte geometrici e rigorosi, in altri astratti e creativi.
Gli anni ‘70 non possono che fare rima con geometrie, grafismi, fantasie astratte bianche e nere, colori al neon e pattern stranissimi. Per chi è nostalgico di questi anni rock, hippie e pieni di libertà, la moda premia il ritorno dello stile Seventies con echi orientali e colori forti.
Di certo, vedremo un chiaro ritorno a tutti quei colori stravaganti e forti che mixati tra loro fanno un look davvero inimitabile. E poi ci saranno tanto denim washed, abiti dallo stile tie-dye, minigonne attillate, vestiti psichedelici con fantasie geometriche che rimembrano proprio le nottate in disco e i motivi orientaleggianti. Pantaloni a zampa di elefante, le salopette, le giacche dallo stile folk e le tute comode.
Tra i grandi ritorni il foulard annodato, le giacche militari e i completi stile safari, senza contare la persistenza delle fantasie a fiori, che resistono ancora nella variante da guardino tropicale, oppure i blazer aderenti e schiantati gessati. E infine per i colori vinceranno quelli pastello, tenui come giallino o celestino, che insieme quelli psichedelici degli anni ‘70 coloreranno di retrò l’estate.
Il bianco, ritorna nella sua veste più concettuale e austera: completi e accessori geometrici ma estremamente femminili vengono affiancati a abiti di pizzo e tulle.
Grande ritorno dello chemisier, abito ispirato alle camicie da notte, solitamente di cotone bianco e con abbottonatura centrale, tuniche, modelli maschili o destrutturati sino ai tagli orientali con tanto di collo alla coreana. Non mancano però le texture contemporanee l’abito camicia di denim e quello stampa Hawaii.
Evento collaterale dell’edizione primavera 2015 sarà Ken Scott – evergreen.
George Kenneth Scott, in arte Ken Scott, di origine americana (Indiana, USA), è stato uno dei protagonisti della moda italiana ed internazionale degli anni ‘60 e ‘70.
La sua arte è fatta di peonie, rose, papaveri, girasoli, petunie e astri.
Fiori e natura che “vivono” su camicie, foulard, chemisier, bikini, ma anche su borse valigie e oggetti per la casa.
Il suo stile creativo ha rappresentato una delle stagioni più straordinarie dei Sixties e si è imposto nella cultura Seventies.
Inizia l’attività creativa come pittore sostenuto da Peggy Guggenheim, che organizza la sua prima personale a New York nel 1944.
Spirito irrequieto e bohémien, decide di trasferirsi a Parigi nel 1946. Mette la sua fantasiosa e accesa sensibilità coloristica al servizio del design dei tessuti, realizzando disegni per la stampa per i più affermati produttori tessili e “grands couturiers” francesi.
Nel 1955 apre uno studio a Milano, fondando con Vittorio Fiorazzo il marchio Falconetto, specializzato nel tessile stampato, inizialmente per arredamento e successivamente per la moda. Esplode la sua fama grazie alla rottura che opera negli standard dell’epoca, concependo un uso rivoluzionario delle tinte accese e degli accostamenti tra i colori.
Agli inizi degli anni Sessanta, Ken Scott inizia a firmare con il suo nome linee di abiti e accessori, diventando in breve tempo lo stilista simbolo della fantasia, del colore, della modernità. Si afferma come artista-designer di ogni performance, disegnando tutti gli accessori, dagli occhiali alle scarpe, ai cappelli, ai bijoux, senza tralasciare la cura grafica della comunicazione dell’evento (brochure, inviti, locandine, manifesti, ecc.). |