Albero maestoso, appartenente alla famiglia delle Fagacee, il castagno presenta fusto eretto e chioma ampia, tondeggiante e fittamente ramificata. Grazie anche alla notevole longevità, raggiunge grandi dimensioni: alto mediamente 10-20 metri, può arrivare a 30-35 metri di altezza e 6-8 metri di circonferenza.
Diffusissima nell'Europa mediterranea sin dai tempi antichi, questa pianta occupa di preferenza le zone collinari e montane temperate di altitudine compresa tra i 300 e i 1000-1200 metri di quota.
Nei primi anni di vita la corteccia è liscia, brillante, di colore bruno-rossastro, tendente al grigio-verde; successivamente si scurisce e si fessura longitudinalmente.
Le foglie, caduche e alternamente disposte, hanno forma lanceolata e margine visibilmente seghettato. Lunghe fino a 25 centimetri, hanno consistenza quasi coriacea, pagina superiore di colore verde brillante e inferiore più chiara.
I fiori sono a sessi separati e presenti sullo stesso albero (pianta monoica): quelli maschili, bianco-giallastri, sono i primi a fiorire, e sono disposti in evidenti infiorescenze ad amento (spiga pendente); quelli femminili, più piccoli e meno numerosi, sono invece generalmente solitari o riuniti in gruppi di 3... ma più graditi dalle api, che ne ricavano un miele dall'aroma caratteristico. Localizzati alla base delle infiorescenze maschili, sono protetti da un involucro verde, che - a maturità - si evolverà nello spinoso riccio, mentre i fiori si trasformeranno nelle ben note in castagne.
All'epoca della maturazione, variabile tra la metà di settembre e la prima decade di novembre, il castagno produce quindi i suoi frutti - botanicamente definiti "acheni" - che, in numero di 2-3 per riccio, cadono generalmente al suolo in seguito alla sua apertura spontanea.
In generale, i frutti - ricchi di zuccheri, grassi, sostanze proteiche e vitamine (B1,B2, C) - , non sono molto dolci, fatta eccezione per quelli delle cultivar (le varietà coltivate), tra cui si annoverano i più pregiati "marroni" che, più grossi delle castagne, presentano anche "buccia" più chiara e striata di bruno.
Le forme coltivate includono centinaia di varietà selezionate proprio in base alle caratteristiche organolettiche del frutto, consumato poi fresco, arrostito, bollito, essiccato o utilizzato per la produzione di farine (in uso negli allevamenti di bestiame) e nell'industria dolciaria.
Foglie e corteccia (da raccogliersi in primavera), anche se trascurabili per valore economico, presentano comunque, così come le castagne, interessanti proprietà curative: espettoranti, astringenti, demineralizzanti, toniche e sedative. |