Il rovo è una rosacea ubiquitaria, cresce infatti a diverse altitudini, dall'aperta campagna ai margini dei boschi montani, invadendo spesso le zone ruderali.
In Italia ne esistono oltre 40 specie ma qui considereremo la R. fruticosus , quella i cui frutti, dal sapore dolce-acidulo, sono conosciute come more.
Pianta perenne, il rovo ha portamento arbustivo. Presenta lunghi rami spinosi, vigorosi che, sviluppandosi dapprima in modo eretto, finiscono poi per crescere aggrovigliati fra loro costituendo un intricato cespuglio impenetrabile.
Le foglie, caduche, sono verdi superiormente e bianche nella pagina inferiore. Sono composte, ovvero costituite da 3, 5, o 7 foglioline di forma ovata e dal margine dentato, che si inseriscono su di un lungo picciolo percorso, come le nervature, da sottili spine.
I fiori, disposti in pannocchia, presentano cinque petali di color rosa chiaro o bianco e numerosi scuri.
I frutti sono bacche globose dapprima rosse, che poi si scuriscono durante la maturazione, caratterizzata da un colore nero-blu lucido. Si tratta di "falsi frutti", o meglio le infruttescenze, poiché la vera e propria mora è in realtà costituita da tante drupe, carnose e succose, raccolte in un unico ricettacolo. La maturazione dei frutti va da agosto fino alla fine di settembre.
Di questa pianta, avente tra i suoi principi attivi la vitamina C, il potassio, l'acido malico, gli antociani e i tannini, si utilizzano principalmente foglie e frutti, ma godono di proprietà terapeutiche anche le radici e i giovani germogli. |