A questo maniero d'epoca medievale, arroccato sulla sommità di un colle, si accede attraverso una scala collegata ad una passerella, realizzata in sostituzione dell'antico ponte levatoio.
Oltrepassato il primo arco, guardando all'insù, si scorge una sorta di condotto che, collegato alla stanza al piano superiore (il Matroneo, per questo denominata "Stanza della botola") serviva per gettare l'olio bollente sui nemici... ma noi, visitatori virtuali dagli intenti pacifici, varchiamo curiosi la soglia del Castello di Zavattarello.

Un tempo, prima di essere ammessi all'interno del castello, si sostava nella Stanza della Sentinella, che si affacciava sulla scala d'ingresso con una feritoia oggi chiusa e si apriva, mediante un grande arco - di cui ancora si vede il tracciato - verso il cortile interno.
Su questo cortile, dalla pianta pentagonale, si affacciano anche un salone (oggi usato per cerimonie e conferenze), un tempo diviso in due stanze - unificate durante i lavori di restauro successivi all'incendio e alla devastazione del '41 ad opera delle truppe tedesche -, in cui stazionavano le guardie, e due locali comunicanti, entrambi dotati di camino, adibiti ad alloggi per gli armigeri.
C'è poi un cortiletto più piccolo, vero "cuore" del castello e parte più antica dello stesso, che ospita un profondo pozzo che, con i suoi oltre cento metri, scende fino al livello del paese... da qui la leggenda di un passaggio sotterraneo che dal pozzo portava all'abitato.
Nel pozzo si raccoglieva l'acqua piovana, che da qui veniva pompata direttamente al lavello dell'attigua Cucina-refettorio, munita anche di un largo camino-cuocivivande.
Nel Medioevo era questo il locale in cui si preparavano e si servivano i pasti. Solo per ospiti illustri veniva allestita la Sala da pranzo al piano superiore, cui si accedeva mediante una stretta scaletta ricavata nello spessore del muro.

Al primo piano, il piano nobile riservato alla famiglia, si trovano le Stanze da letto del Conte e della Contessa e le sale di rappresentanza: la Sala da Pranzo, il Salone delle Feste e la sua anticamera.
A questo livello si apre anche lo splendido Terrazzo con loggiato: un terrazzo panoramico che guarda al paese, il cui accesso è impreziosito da quattro colonne in marmo bianco e rosso.
Al di sotto di questo terrazzo, tra il primo e il secondo piano, si trova la piccola chiesa ancora consacrata.
Al piano mezzano si trova la Sala Ovale, cosi denominata per la sua forma irregolare: un ampio locale, riservato agli ospiti, l'unica con finestra affacciata sul paese. Durante la Seconda Guerra mondiale venne murata e usata come "cassaforte".
Curiosa anche la Prigione delle donne, una stanza che, per quanto piccola, appare meno angusta delle prigioni del seminterrato, quelle riservate agli uomini, che, così come le cantine hanno superato indenni l'incendio.
Le Stanze dei figli e del personale di servizio, collegate fra loro da un corridoio di ronda (tuttora in restauro), si trovano invece al secondo piano.
Alcuni di questi locali sono attualmente destinati a Museo d'Arte Contemporanea, inclusa quella in cui pare si aggiri il fantasma di Pietro Dal Verme!
Ma non è tutto... Salendo ancora si arriva alla Stanza della torre, una stanzetta destinata al cuoco - e sotto la quale, a sua volta, si apre la cappelletta privata - dalla quale si acceda alla torre del castello, che offre al visitatore una panoramica a 360° sulla diga del Molato e i vari castelli delle valli circostanti, tra cui Montalto, Torre degli Alberi, Ruino, Valverde e Pietragavina. Ed è proprio da Pietragavina che si dice provengano - mediante "passamano" - le pietre con cui venne edificato il castello, che vede i lastroni basali poggiare direttamente sulla roccia sottostante.

Nel cortile esterno, racchiusi dalle mura di recinzione, a completare il complesso fortilizio si trovano la ghiacciaia, le scuderie e lo spalto d'ingresso, oggi destinato al pubblico. |