"Piaceri di notte" è l'accattivante titolo dell'insolito itinerario guidato che condurrà i visitatori a spasso nella storia tra "monasteri, postriboli e taverne".
La visita guidata proposta dalla cooperativa Progetti fa parte del ricco programma di Destatedisera 2004.
Partendo dalla celebre affermazione di Opicino de Canistris che racconta come a Pavia, nella prima metà del 1300 ci fossero ben 170 chiese, si dimostrerà che, accanto agli edifici dello spirito e della fede, trovavano in realtà spazio anche luoghi deputati a intrattenimenti più terreni.
Chiese e taverne, monasteri e bordelli sorgono a poca distanza nella geografia cittadina dal XIV al XVII secolo. Monache e meretrici sono vicine di casa in epoca viscontea quando il Malnido, il postribolo ufficiale della città, è collocato pressoché dirimpetto a Sant'Agata al Monte, convento di illustre fondazione longobarda che occupava la zona dell'attuale clinica Morelli. Il problema del bordello cittadino è, in realtà, tra i più sentiti sullo scorcio del XIV secolo, quando, attraverso numerosi decreti, Gian Galeazzo Visconti cerca di regolamentarne l'attività, punendo severamente, ma senza troppa efficacia, chi osi esercitare al di fuori del luogo deputato e, soprattutto, si ingegna di dare al lupanare una collocazione che non scontenti nessuno.
Nel 1390 il duca dispone che il postribolo sia circondato da mura e vigilato da un custode, incaricato di "chiudere la bottega" al primo suono della campana della sera e di riaprirla al mattino. Si dispone inoltre che le prostitute possano uscire solo indossando un mantello di fustagno bianco, accollato e lungo un braccio.
Sullo scorcio del secolo XIV, l'"istituzione" cittadina trova nuova collocazione in prossimità della porta San Giovanni in località Monte Cuccagna (oggi vicolo Dungallo) vicino la chiesa di San Primo e Feliciano. La zona era già sufficientemente malfamata perché ricettacolo di giocatori d'azzardo e donne di facili costumi.
L'intento è quello di relegare la casa di piacere in posizione periferica, tuttavia, dall'inizio del 1400 si cita anche un edificio in contrada Rovelecca quale ricettacolo di mercenarie, vale a dire nell'attuale via dei Liguri, proprio a due passi dalla Cattedrale. Coincidenza curiosa, non meno di quella per cui la nuova sede del bordello nel XV secolo è una casa in zona San Giovanni in Borgo (oggi area collegio Borromeo), che l'appaltatrice prende in affitto dalle monache di Sant'Andrea de'Reali.
Quest'ultima collocazione ha fortuna e ancora nella seconda metà del XVI secolo l'attuale via Perelli, che da Piazza Borromeo conduce a Porta Nuova, è denominata "Strata Postriboli". Non è un caso, infatti che proprio qui nel 1601 venga istituita la pia opera di Santa Margherita, centro di accoglienza per donne perdute determinate a cambiar vita. |