Sono da poco passate le 9 e 30 del mattino di Venerdì 30 Novembre quando le agenzie di tutto il mondo battono la notizia che George Harrison è morto e, immediatamente, le radio mandano in onda commenti e musica del musicista scomparso.
Ci si attendeva ormai da giorni la notizia, da quando le sue condizioni fisiche erano improvvisamente precipitate. Dopo un ricovero d'urgenza a New York, un trasferimento in California per gli ultimi tentativi di salvargli la vita, si era capito che gli restava poco da vivere.
Sembra che le predizioni della stampa scandalistica inglese, che questa estate avevano montato una serie di articoli basati su notizie false (in quel periodo Harrison si era ripreso e sembrava stare bene) si siano avverate. Nonostante questo, la notizia mantiene il suo carico di dolore e di rammarico per la scomparsa di un altro ex-Beatles: per una strana coincidenza questa data cade pochi giorni prima dell'anniversario della morte di John Lennon, assassinato l'8 Dicembre del 1980 a New York.
George Harrison era stato definito il beatle-tranquillo e, a parte la sua parentesi indiana, è stato quello che è apparso meno nelle cronache mondane. Schiacciato dalla personalità di Lennon e di McCartney, offuscato dalla simpatia prorompente di Ringo, Gorge aveva invece avuto la sua parte di peso nel creare il tipico "sound" alla Beatles. Specialmente agli inizi era sicuramente il più preparato musicalmente e comunque, dopo la crescita musicale degli altri componenti, aveva sviluppato un suo personalissimo stile chitarristico, in particolare nell'uso delle tecniche "slide", guadagnandosi la stima di chitarristi come Eric Clapton che, già ai tempi dei Cream, l'aveva voluto accanto a sé in sala d'incisione con lo pseudonimo de "L'Angelo Misterioso".
Nell'ultimo CD di Jim Capaldi (ex-Traffic), pubblicato il mese scorso, Harrison compare in un brano alla chitarra solista. Siamo a conoscenza di una gran mole di materiale inciso e mai pubblicato da Harrison che adesso (purtroppo) diventerà oggetto di culto e collezione. Ci sarà la solita corsa all'inedito ecc.
A me resta solo l'enorme dispiacere di dover ancora una volta dare l'addio ad un musicista che consideravo come se fosse un amico, avendo accompagnato con la sua musica la mia adolescenza e la mia formazione musicale.
Ciao George! |