"Un lembo d'arte nella chiesa dei Santi Primo e Feliciano", nato dal progetto editoriale e grafico della cooperativa Progetti di Pavia, è un libro dedicato alla chiesa situata in Corso Garibaldi.
L'opera, patrocinata dalla storica Società per la Conservazione dei Monumenti dell'Arte Cristiana in Pavia e realizzata grazie ai contributi della Fondazione Comunitaria della provincia di Pavia Onlus e dell'assessorato alla Promozione delle attività Culturali della Provincia di Pavia, si inserisce in un'ottica di valorizzazione dei beni culturali e di recupero di un patrimonio artistico a volte trascurato.
Presso la chiesa dei Santi Primo e Feliciano vi è infatti uno spazio, chiuso, chiamato "navata gotica" - di cui la maggior parte dei pavesi ignora l'esistenza -, decorato con rari affreschi quattrocenteschi.
La pubblicazione, oltre a un excursus sulla storia e l'architettura della chiesa - seguendone le trasformazioni architettoniche nel corso dei secoli: dalla originaria struttura romanica del XII secolo, alle aggiunte tardo-gotiche agli stravolgimenti di epoca barocca -, si concentra proprio su questa parte edificio, riunendo alcuni contributi critici parziali e sparsi in sedi bibliografiche di non agevole accessibilità e apportando nuove informazioni mediante ricerche d'archivio.
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Nel 1380 al lato meridionale della chiesa romanica furono aggiunte delle cappelle gotiche, destinate a sede di confraternite e a luogo di sepoltura di notabili cittadini. Tali cappelle, comunemente note come "navata gotica", oggi risultano isolate dalla chiesa da un muro eretto nel Seicento. L'ambiente conserva affreschi quattrocenteschi, di cui nel libro viene fornita una puntuale descrizione iconografica e mettendo a confronto i numerosi contributi della critica.
Sulla parete meridionale della "navata gotica" una lunetta divisa in due zone presenta nella parte superiore una ieratica figura di Cristo, isolato in una mandorla e attorniato dagli apostoli. L'affresco, attribuito al maestro di San Primo, è particolarmente vivace sia per i colori, sia per le pose dinamiche e varie che caratterizzano i compagni di Gesù. La parte inferiore, di minore qualità pittorica, è popolata da figure nude, figure vestite di bianco e angeli. Questo singolare soggetto è stato interpretato come la rappresentazione delle anime del Purgatorio che, dopo la Redenzione, vengono salvate dalla figura femminile al centro, forse la Madonna, forse la beata Giuliana Falconieri, per essere poi accompagnate in Paradiso da angeli.
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Oltre a portare a conoscenza anche di un pubblico non esperto tali opere d'arte, la pubblicazione intende porsi come punto di partenza per sensibilizzare l'attenzione di cittadini e istituzioni sulla necessità impellente di restaurare gli affreschi e di restituire l'ambiente che li ospita alla fruizione pubblica, intento pienamente condiviso dalla Parrocchia e dalla Diocesi pavese.
Allo stato attuale l'ala gotica della chiesa dei Santi Primo e Feliciano è chiusa al pubblico ed adibita a deposito della chiesa; tuttavia è ferma intenzione di don Natale Rampoldi, parroco della chiesa e della diocesi pavese recuperare questo spazio, restaurare gli affreschi e rendere la navata fruibile al pubblico, affinché diventi finalmente un grazioso lembo artistico, riposante ed elevante per lo spirito come auspicava monsignor Faccioli negli anni Quaranta del 1900.
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