A Vigevano, il castello, insieme alla piazza, è il cuore della città. Edificio imponente e austero, un tempo espletava funzioni difensive. La sua storia inizia nel lontano 1319, quando Luchino Visconti diventa podestà di Vigevano.
A quel tempo, Vigevano è un castrum, cioè poco più di un borgo fortificato, ma dal fiume, il Ticino, deriva il suo riscatto. Luchino desidera ampliare il suo dominio territoriale, da Milano lungo tutto il corso del fiume, creando una specie di 'scacchiera' fluviale intorno a cui sorgono borghi, città, o semplici rocche (come Pavia, Bereguardo, Abbiategrasso) con una struttura urbanistica-difensiva per salvaguardare il "territorio visconteo".
Le residenze volute da Luchino devono essere comode e, insieme, sicure da eventuali attacchi esterni: per questo, il castrum vigevanese comincia ad assumere le fattezze di un vero e proprio palazzo.
Nel 1341 viene innalzata la rocca vecchia, edificio fortificato a pianta quadrangolare, con quattro torri angolari e due portoni di ingresso: questo primo nucleo è abbattuto nel 1447 durante l'insurrezione dei vigevanesi contro Filippo Maria Visconti.
Del 1345 è la cosiddetta rocca nuova, o maschio, così chiamata per la sua importanza preminente: è una torre molto robusta, atta sia a comandare la difesa del castello, sia ad esercitare il dominio sul territorio esterno, con un'uscita che dà sulla campagna circostante. I due fortilizi vengono collegati nel 1347, mediante una strada coperta e fortificata, lunga 164 m. e larga 7 m. e mezzo. Gli architetti di tale opera, Giacomo da Cozzo e Giovanni da Ferrara, verranno successivamente incaricati di costruire il ponte coperto di Pavia (1351), ora distrutto (1944).
La falconiera, ovvero il luogo in cui venivano allevati i falchi da preda, viene probabilmente costruita negli anni 1380-81 per volere di Bianca di Savoia, che fa anche restaurare il castello, pur preferendo abitare normalmente a Pavia. Con Francesco Sforza, il castello è già la residenza preferita del Duca, al punto che, proprio qui, la Duchessa Bianca Maria partorisce il suo terzogenito (18 aprile 1451). Il successore di Francesco, Galeazzo Maria Sforza, esegue numerosi ampliamenti nel castello, che segnano definitivamente il suo carattere di sfarzosa dimora: di questi anni è la torre, poi restaurata dal Moro.
Dal 1494 al 1499 è Duca di Milano Ludovico il Moro, che mira a trasformare Vigevano in una città dinastica. Qui Ludovico fa confluire tutti i suoi artisti più valenti, tra cui lo stesso Bramante, al quale è attribuita la costruzione della Loggia delle Dame che, un tempo, dava su un giardino pensile.
In questi anni, si eseguono i lavori per la piazza e per le due bellissime scuderie, con volte a botte incrociata, colonne di marmo e capitelli fantasiosamente scolpiti. Il Bramante si occupa anche della decorazione pittorica dell'edificio: i restauri (1978), a cura della Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici di Milano, hanno messo in luce resti di affreschi sulle facciate delle scuderie, verso il cortile interno: precedentemente nascoste da uno strato d'intonaco, si tratta di finte architetture che imitano uno spazio prospettico reale.
Il restauro ha anche evidenziato le splendide finestre del maschio, in cotto lavorato. Con la caduta del Moro, però, inizia il lento declino del castello di Vigevano, occupato, dal XVI secolo ai giorni nostri, da truppe militari poco attente alle esigenze di queste antiche mura: francesi, spagnoli, austriaci, italiani... Il castello viene usato come caserma fino al 1967, anno in cui è definitivamente abbandonato dai militari e momento da cui partire per iniziare a pensare ad un suo recupero e riutilizzo appropriato. |