Si rinnova sabato pomeriggio l’appuntamento con gli incontri di “ Note a margine”: dopo il viaggio storico gastronomico di gennaio, è la lingua pavese a farsi protagonista delle spigolature per i curiosi di storia, tradizioni e cultura locale nell’incontro intitolato “ Mi sto in Burg... parole, modi, silenzi del dialetto pavese”.
Come spiega il relatore Giuseppe Polimeni, docente di Storia della Lingua Italiana presso l’Università di Pavia e ricercatore esperto dei volgari italiani: “sarà l’occasione per parlare non in, ma del dialetto pavese, prendendo spunto dalle espressioni che distinguono il nostro dagli altri dialetti lombardi e cercando di capire come la storia e la geografia della città e della provincia si riflettono nella lingua. Ci domanderemo se il dialetto ha una storia, com’ è cambiato nei secoli, ma soprattutto quando è nato. Ci chiederemo poi a quali strumenti rivolgerci per comprendere il significato e la storia di una parola dialettale, quali sono i più antichi testi pavesi, come parlavano i nostri nonni in città e in campagna, come parliamo oggi”.
Pensando alla profonda verità della frase di Borges "Ogni linguaggio è un alfabeto di simboli il cui uso presuppone un passato che gl'interlocutori condividono", ci piace immaginare l’incontro di sabato come la tappa di un percorso alla scoperta o ri-scoperta dell’identità collettiva dei pavesi o, per chi pavese non è, l’occasione per comprendere un po’ meglio, attraverso il dialetto, la personalità, non sempre semplice, degli abitanti di Pavia.
Le spigolature per i curiosi di storia, tradizioni e cultura pavese sono organizzate dal Cral Ateneo dell’Università in collaborazione con la società cooperativa Progetti e con il patrocinio del Comune di Pavia. L’incontro successivo in calendario è fissato per sabato 10 marzo, quando Jessica Maffei e il sommelier Carlo Aguzzi si occuperanno di illustrare storia, aneddoti e topografia delle antiche osterie pavesi. |