Due escursioni, promosse da altrettante associazioni locali, offriranno domenica l’opportunità di avventurarsi tra i nostri boschi e lungo le pendici delle nostre colline sotto la guida di chi il territorio provinciale (e non solo) lo conosce davvero bene…
Il Gruppo Micologico Vogherese s’incamminerà nell’area protetta del Monte Alpe: da Romagnese (630 m) a Varzi.
In 20 minuti circa si raggiunge la frazione Casa Ariore (mt 780) poi, lasciato l’asfalto, si percorre il sentiero che attraversa boscaglie miste fino a raggiungere la bianca cappelletta prospiciente la cima del Monte Zuccarello.
Si sale ancora, ora dolcemente ora in modo brusco, attraverso diversi ambienti con presenza di crinali erbosi, boschi misti di latifoglie ed impianti di conifera (principalmente pino nero e pino silvestre) costeggiando le pendici del Monte Calenzone. In breve si raggiunge il crinale che conduce al Monte Alpe (1120 m) e il tratto impegnativo può considerarsi terminato.
Un breve ristoro al sacco al Piano degli Alberi (985 m) e poi in marcia, lungo il percorso 2, sino a Santa Cristina e, su asfalto, verso Pietragavina (790 m), quindi, su un sentiero per un lungo tratto privo di segnavia, si discende verso il borgo medievale di Varzi.
Il Gruppo Escursionistico Appennino Pavese, muoverà, invece, i propri passi nella Valle del Ticino, cui oltre 90.000 ettari (comprendenti le province di Varese, Milano e Pavia) il 9 gennaio 1974 sono stati ufficialmente istituiti a Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Tra le aree urbanizzate e quelle dedite a un’attività agricola compatibile, sopravvivono anche gli ultimi lembi della foresta planiziale che duemila anni fa ricopriva quasi per intero la Pianura Padana) come il bosco della Zelata, nel comune di Bereguardo, da cui parte l’itinerario proposto.
Il percorso si snoda lungo il Sentiero E1, più volte calpestato dai nostri camminatori nel suo tratto padano e qui così ricco dal punto di vista naturalistico che, lungo l’asta del Fiume Azzurro è stato suddiviso in due rami, uno per ciascuna sponda.
Tra ontani neri, pioppi bianchi, pioppi neri circondati da un sottobosco di equiseti e cespugli di nocciolo, si attraversa la zona boscata, poi, toccando alcune cascine della zona (tra cui un agriturismo dove sarà possibile pranzare) si arriverà all’Abbazia di Morimondo.
Fondata nel XII secolo, ad opera di monaci cistercensi provenienti dal monastero francese di Morimond, l’abbazia, nata dalla trasformazione di una cascina preesistente, ebbe il suo periodo di massimo splendore tra il XIII e il XIV secolo, epoca in cui il patrimonio dei suoi fondatori ammontava a 32.000 pertiche di coltivo e le 9.000 di bosco.
Fulgido esempio dell'opera di bonifica agricola della sponda sinistra del Ticino, il complesso monastico presenta altrettanto interessanti aspetti architettonici quali la bellissima facciata, caratterizzata da un ampio portale, da un rosone, da bifore e da archetti, e l’imponente interno a tre navate con le originarie decorazioni imposte dall'ordine di S. Benedetto. |