L’Istituto Italiano dei Castelli, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, organizza, per l’ultimo fine settimana di settembre, la nona edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli.
La manifestazione propone ogni anno un ventaglio d’iniziative lungo tutto lo Stivale: visite a castelli solitamente chiusi al pubblico, convegni, tavole rotonde, mostre, concerti, celebrazioni di restauri di edifici fortificati o di interi complessi.
Scopo dell’iniziativa è quello di avvicinare il pubblico a questo settore dell’architettura di enorme importanza per il nostro Paese sul piano ambientale, storico, culturale e artistico, che con le sue oltre 20.000 strutture fortificate è, dopo le chiese, il maggior patrimonio architettonico italiano.
Per l’occasione, domenica prossima in Lomellina, gli esperti dell'istituto insieme ai proprietari delle dimore fortificate apriranno i portoni dei castelli di Cozzo e di Celpenchio per accogliere il pubblico nei cortili e nelle sale.
“Un castello di un borgo”, così viene definito il castello di Cozzo nel titolo delle visite guidate.
Situato alla periferia nord-occidentale del centro abitato, questo maniero risale probabilmente all'XI secolo – come suggeriscono le poderose mura e la pianta quadrata – ma subì numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli, tra i quali il più consistente è sicuramente quello ascrivibile all’epoca viscontea, di cui si scorgono i "denti di sega" della triplice cornice che decora la torre all'angolo sud-est. I muri perimetrali sono, invece, coronati da merlature ghibellini.
Attraversando un robusto rivellino, un tempo munito di ponte levatoio, si accede cortile interno, dal quale, tramite un ponte in muratura, si entra - passando per un ulteriore rivellino addossato al corpo principale del castello - nel maschio.
Nella parte sinistra della torre angolare, trasformato in residenza di campagna dai Duchi Gallarati- Scotti (cui è intitolato il castello) è osservabile un primo affresco che raffigura le armi dei signori del luogo.
Insieme a tele di grande valore, altri affreschi e decorazioni di notevole interesse storico e artistico sono stati recuperati all’interno dell’edificio e tra questi, spicca una raffigurazione del passaggio nel castello di Luigi XII re di Francia, che vi si fermò nel 1499.
Attualmente, il castello di Cozzo è sede della comunità Mondo X, che ha eseguito gli ultimi restauri e ne cura la conservazione, e ospita, nelle cantine, un ristorante presso il quale sarà possibile pranzare a un prezzo “speciale” concordato per i visitatori.
Poco distante, in frazione Celpenchio, sorge l’omonimo castello, cui vengono dedicate le visite dal titolo “Una cascina fortificata”.
Incerta l’origine dell’edificio, che rimaneggiato in più occasioni e ricostruito nel XIV secolo.
Il complesso, che per le sue caratteristiche generali è più simile alle costruzioni fortificate novaresi e vercellesi, piuttosto che ai castelli lomellini della stessa epoca, è costituito da tre corpi di fabbrica disposti ad "U" che si aprono verso il vicino Sesia. La facciata principale conserva tracce di tre archi a tutto sesto, attualmente murati, che un tempo dovevano far parte di un loggiato, e, ai due angoli superiori, due piccole torri pensili a base quadrata, mozzate in corrispondenza del tetto che poggia sull'antica merlatura (anch’essa murata).
Adibito ad abitazione e a magazzino rurale, questo maniero è in condizioni meno buone del precedente, ma non per questo meno suggestivo.
In conclusione alle visite, guidate dall’architetto Paola Spaltini e da altri esperti, è previsto un itinerario musicale castellano, eseguito da AMIS (Antiquae Musicae Italicae Studiosi) di Piacenza, in collaborazione con la delegazione di Milano. |