“ Animali dal Mondo, la collezione dello zoologo Pietro Pavesi 1844-1907” è la mostra ospitata dal Museo della Tecnica Elettrica in occasione del centenario della morte di questa eminente figura della zoologia di fine Ottocento.
La mostra presenta ampiamente i preparati zoologici raccolti da Pavesi e provenienti dai diversi continenti, acquistati o ricevuti in dono per accrescere le raccolte didattiche del Museo universitario, ma anche testimonianze di reperti del Museo civico di Storia Naturale, del Collegio dei Conservatori di cui Pavesi fu presidente per alcuni anni.
Tutti questi preparati naturali sono la testimonianza della ricca attività di Pavesi, che spaziò dall’interesse per specie lacustri, come lavarelli e coregoni, al tonno, agli uccelli di cui studia le migrazioni, ai ragni e agli scorpioni.
Una mostra che presenta quindi svariati esemplari di fauna locale, ma anche specie dei diversi continenti tra cui: il tapiro, i lemuri, gli uccelli del paradiso, l’oritteropo, il chirù, la pecora di Marco Polo, ormai in via di estinzione, e la “coppa” di Nettuno, un tipo di spugna dell’Oceano Pacifico di notevoli dimensioni, che deve il proprio nome all’insolita forma.
Non solo animali, ma anche reperti, oggetti e documenti illustreranno la vita di Pavesi e la sua attività scientifica indirizzata a tre principali filoni di ricerca:
Le indagini idrobiologiche e, più specificatamente, quelle relative alle popolazioni di pesci gli consentono di descrivere la fauna delle acque lacustri e fluviali italiane, dando un prezioso quadro della distribuzione delle specie delle acque dolci.
Cura l’introduzione e l’acclimatazione di specie ittiche, come i lavarelli o coregoni della vicina Svizzera, che per le proprietà commestibili risultano economicamente utili nelle acque padane.
Per incarico del Governo si occupa inoltre della gestione delle tonnare italiane e della biologia del tonno, importante fonte per l’economia nazionale, all’epoca a rischio per la concorrenza delle tonnare spagnole e, come commissario ufficiale per il Governo italiano, partecipa nel 1880 alla famosa “Esposizione ittica di Berlino”, inviando per la stessa numerosi esemplari della fauna vertebrata della Provincia di Pavia appartenenti alle raccolte del Museo di Storia Naturale della nostra università (di cui per altro diresse la sezione zoologica durante i trent’anni di attività didattica e scientifica presso l’ateneo pavese).
 Lo studio sulla distribuzione degli uccelli locali lo spinge a pubblicare otto calendari ornitologici della Provincia di Pavia segnalando importanti notizie sulla data delle migrazioni, sulle specie più rare o accidentali e sui piumaggi anomali (esemplari albini, melanici e isabellini). Presta particolare attenzione per le specie interessanti l’attività venatoria, organizzando tra l’altro a Pavia il primo Congresso Nazionale delle Società e Circoli dei Cacciatori.
Lo studio tassonomico per le specie nuove o rare di artropodi aracnidi (ragni, zecche e scorpioni) italiani e esotici, settore all’epoca ancora poco conosciuto, lo colloca tra i maggiori specialisti mondiali.
Egli ne studia sia la distribuzione geografica delle varie specie sia le interessanti forme nocive all’uomo. L’indagine sull’azione del veleno degli animali (ragni, scorpioni e miriapodi) aveva già attirato l’interesse di ricercatori dell’Ateneo pavese tra cui Giuseppe Balsamo Crivelli e Paolo Panceri.
Chiude la mostra una presentazione multimediale consentirà poi di ricostruire i “paesaggi sonori” di habitat caratteristici quali i boschi planiziali, le campagne coltivate e le garzaie della Provincia di Pavia, e l’ascolto dei suoni delle specie ornitiche locali.
Sono stati progettati percorsi di visita guidata specifici per le varie scuole. Attraverso la guida di esperti della didattica e delle scienze gli studenti potranno avvicinarsi alle scienze naturali e approfondire la figura e l’opera di Pavesi. |