Ernesto Teodoro Moneta – Nobel per la pace nel 1907 – fu studente dell’Ateneo pavese. I documenti conservati presso l’Archivio storico dell’Università saranno presentati nel corso della tavola rotonda “Ernesto Teodoro Moneta. Un premio Nobel all'Università di Pavia” in programma lunedì prossimo.
L'occasione è il ritrovamento - da parte dell’Archivio Storico dell’Ateneo pavese - di un documento che attesta la presenza all’Università di Pavia di Ernesto Teodoro Moneta studente di discipline politico-legali nell'anno accademico 1852-1853.
Dal testo si apprende che Ernesto Teodoro Moneta non solo si distinse come brillante studente, ma che proprio a Pavia poté avviare lo studio di discipline che caratterizzarono la sua azione internazionale, fornendo le basi di una straordinaria attività in favore della pace fra i popoli, che gli valse il Nobel per la pace nel 1907.
“Il ritrovamento di questo documento – anticipa il Rettore Angiolino Stella – è per noi di grande significato: ci permette non solo di annoverare tra i nostri alunni illustri un altro premio Nobel, ma sottolinea ancora una volta il ruolo fondamentale dell’Ateneo pavese nel contesto della cultura italiana e lombarda dei primi anni del 1900. All’Università di Pavia si sono infatti formati negli stessi anni sia Camillo Golgi, che dell’Ateneo fu poi docente e Rettore, e che ha ricevuto il Nobel per la Medicina nel 1906 sia Ernesto Teodoro Moneta, Nobel per la pace nel 1907”.
La tavola rotonda del 10 dicembre contribuirà quindi ad approfondire la biografia e l’opera di Ernesto Teodoro Moneta, a cent’anni dall’attribuzione del Nobel.
Paolo Mazzarello, biografo di Camillo Golgi, presenterà “Il contributo dell'Ateneo pavese alla cultura scientifica europea”, quindi Claudio Ragaini, vice-direttore di “Famiglia Cristiana” e biografo di Moneta interverrà su “Ernesto Teodoro Moneta protagonista del suo tempo”; Luigi Vittorio Majocchi approfondirà “Ernesto Teodoro Moneta e l'idea di Stati uniti d'Europa”, mentre Fabio Zucca, direttore dell’Archivio storico dell’Università di Pavia, presenterà i documenti che attestano la presenza a Pavia in Ateneo di Ernesto Teodoro Moneta tra il 1852-53.
In quell'anno, infatti, il futuro premio Nobel per la pace frequentò a Pavia il primo corso degli Studi Politico-legali, che prevedeva Diritto penale e processo penale, superato con eminenza, Statistica generale degli Stati d'Europa, Statistica particolare degli Stati d'Austria, Introduzione enciclopedica allo studio politico-legale, Diritto naturale privato e pubblico. Decise però di abbandonare presto gli studi, per partecipare alle lotte risorgimentali.
Moneta fu, infatti, protagonista di una stagione militare intensa e decisiva, anche per la sua attività futura: come garibaldino partecipò a tutte le campagne militari sino al 1866 ma, proprio la violenza delle battaglie del 1866 e la vista dei morti e dei feriti, fece nascere in lui una dura condanna delle guerre.
Conclusa così a 33 anni la carriera militare, Ernesto Teodoro Moneta scelse di dedicarsi al giornalismo attivo. Nel 1867 divenne direttore del “Secolo” giornale d'ispirazione democratica, fondato un anno prima dall'editore Sonzogno. Rimarrà direttore per 29 anni, promuovendo battaglie sociali in favore dell’istruzione obbligatoria e gratuita, dell’apertura di biblioteche popolari e asili, dell’assistenza sanitaria, di molte questioni salariali.
Iniziò anche a combattere battaglie pacifiste, ad esempio contro la guerra coloniale italiana in Eritrea, fondando nel 1887 a Milano l'Unione Lombarda per la pace e l'arbitrato internazionale.
Da questo momento l'attività di giornalista cedette gradualmente il passo a quella di diffusore delle idee pacifiste a cui non era estranea quella della costituzione degli Stati Uniti d'Europa, possibile soluzione alle guerre fratricide che devastavano il continente.
Nel 1898 fondò la rassegna quindicinale "La vita internazionale", che sarà l'organo ufficiale della Unione Lombarda della pace e l'arbitrato internazionale e raccoglierà intorno alla testata, e a favore della causa pacifista, illustri collaboratori: Felice Momigliano, Pareto, Salvemini, Loira, Ojetti, Ada Negri.
Un’ attività incessante di pacifista, che valse a Moneta nel 1907 il conferimento del premio Nobel per la pace, terzo in assoluto e unico conferito a un italiano. |