Una gita ai confini provinciali per il Gruppo Escursionistico Appennino Pavese (Gea). Si tratta di una ciaspolata, in programma per domenica, che si svolgerà in Val Curone.
Nella piccola vallata appenninica, posta in provincia di Alessandria sul confine tra Piemonte e Lombardia, incuneata tra la Valle Staffora (PV) ad Est e le valli Barbera e Grue (AL) ad Ovest, vi scorre il torrente omonimo.
La storia della Val Curone è strettamente legata alla sua posizione geografica: a causa di tale collocazione, la valle è stata, fin dai tempi più antichi, un’importante via di comunicazione verso il mare. Le prime notizie scritte sulla valle compaiono in documenti risalenti alla seconda metà dell’‘800, anche se la zona era abitata sin dai tempi più remoti. Sano, infatti numerose le testimonianze, documentate con reperti archeologici, di insediamenti dell’età neolitica e dell'età del Bronzo.
La rilevanza del centro vallivo si fa maggiormente vivace nei sec. IV e V, periodo di importante accrescimento commerciale per l'intensa attività di importazione.
Intorno al VI sec. le invasioni gote portano all'abbandono dei siti. La zona conoscerà un ripopolamento del contesto agricolo soltanto intorno all’VIII sec. Dal X sec. i castelli dominano tutta la valle: tra tutti i feudi imperiali, quelli della Val Curone rappresentano la realtà più consistente sia per la loro solida struttura sia per il periodo di istituzione.
Questa valle fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle quattro province, caratterizzata da usi e costumi comuni e da un repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero (oboe popolare ad ancia doppia) che viene accompagnato dalla fisarmonica: un duo che anima le numerose feste, soprattutto nei mesi estivi.
Il trekking con racchette da neve partirà e arriverà dopo un percorso ad anello a Caldirola - frazione di Fabbrica Curone in provincia di Alessandria - che vanta l'unica stazione sciistica della zona: una delle prime località turistiche invernali negli anni 1927-28 quando si raggiungevano le piste a dorso di mulo. La prima linea della seggiovia - che oggi sale fino a 1400 metri, servendo piste di diversa difficoltà - fu, infatti, inaugurata il 17 giugno del 1951 e si sviluppava, come ora, dal villaggio “La Gioia”, borghetto turistico situato nell'alta valle.
Il Monte Ebro (1701 metri slm), toccato dall’escursione, è un rilievo posto sullo spartiacque tra la Val Borbera e la Val Curone, facente parte del gruppo del Monte Antola. Lo si individua insieme al vicino Monte Chiappo (1699 m) del quale costituisce la terza vetta, in ordine di altezza, dopo quelle del Monte Lesima e del Monte Ebro. Pasta nel cuore della zona delle quattro provincie, la vetta sovrasta ben quattro valli: Stoffora, Boreca, Borbera e Curone.
Visibile da molte località del novese e dell'alto Monferrato, la sua cima è una spaziosa piramide erbosa che spicca dai folti boschi di faggi e castagni che ne ricoprono i fianchi. Sulla cima si trovano una croce metallica ed un cippo che ricorda la fondazione degli Alpini.
Nei pressi del monte si trova (e si toccherà) il Rifugio Ezio Orsi (1.372 m) del CAI di Tortona, costruita nel 1974 e ricostruito ex novo nel 2003. Dalla vetta si gode di un ampio panorama sulle vicine cime dei monti Giarolo, Chiappo e altri rilievi del gruppo dell’Antola; ma in giornate con condizioni di visibilità favorevoli, la vista spazia sui rilievi dell'Appennino Ligure occidentale, Riviera Ligure di Ponente e sull'arco alpino nord-occidentale. |