Prosegue il nostro viaggio in Oltrepo pavese. Dopo essere stati fra le dolci ondulazioni della bassa collina oltrepadana, dopo aver visitato alcuni graziosi borghi e castelli medioevali, che dominano le vallate dall'alto di poggi o crinali, dopo aver scoperto i caratteri naturalistici, spesso sorprendenti e curiosi, dei rilievi più bassi dell'Appennino pavese, ora ci accingiamo ad addentrarci nella Valle Staffora e nelle sue principali valli laterali, per giungere sino alle quote montane più elevate dell'Oltrepo.
Torniamo a Voghera e avviamoci ora verso sud, in direzione della Val Staffora. All'imbocco della valle incontriamo Rivanazzano prima e, subito dopo, Salice Terme. Ambedue le località sono note per le loro tradizioni termali, in particolare Salice. A proposito di quest'ultima cittadina, la poetessa Ada Negri diceva "a Salice si sogna e si guarisce".
Si sogna grazie all'incanto e alla pace del suo splendido parco di oltre 15 ettari, con più di 700 specie di alberi, e si guarisce grazie alle virtù terapeutiche, riconosciute già dai Romani, delle sue acque salso-bromo-iodiche e solforose, particolarmente adatte alle cure dell'apparato respiratorio e ai suoi fanghi argillosi, benefici contro i mali reumatici.
A Rivanazzano come non lasciarsi incuriosire dalla particolarissima torre? Un edificio a pianta pentagonale irregolare, risalente al XIV-XV secolo.
Imbocchiamo quindi la Valle Staffora, proseguendo lungo la S.S. 461. Poco dopo Godiasco, voltiamo a sinistra ed entriamo in Valle Ardivestra, una delle due maggiori vallate laterali della Valle Staffora.
In breve giungiamo alla Pieve romanica di San Zaccaria, costruita probabilmente dai maestri comacini, tra il 1100 e il 1150. Bella la facciata, pur mostrando i segni del tempo, e l'interno, con singolari bassorilievi romanici. Ritorniamo sulla S.S. 461 e proseguiamo verso Varzi. Raggiungiamo il caratteristico borgo medioevale di San Ponzo, che conserva ancora il suo originario impianto urbanistico e le sue case in pietra locale.
Dal paese è possibile risalire una sterrata che conduce, in mezzora di cammino, alle Grotte di San Ponzo, immerse in un vasto bosco di roveri, roverelle, castagni, noccioli, aceri.
Più che di vere grotte si tratta di due caverne, ovvero degli antri scavati nell'arenaria, comunicanti con l'esterno tramite grandi aperture. Dalle grotte, proseguendo lungo un sentiero, si può compiere l'escursione al monte Vallassa, sulla cui sommità si trova un importante sito archeologico, il Castelliere di Guardamonte, dove in tempi relativamente recenti sono stati scoperti numerosi e preziosi reperti, all'interno di un villaggio fortificato, abitato dall'uomo a partire dall'età del ferro. La località è altamente panoramica.
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