In occasione delle celebrazioni per il centenario del conferimento del Premio Nobel per la Fisica a Guglielmo Marconi (1874-1937) e Karl Ferdinand Braun (1850-1918) per il loro contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili, l’Università di Pavia propone una mostra celebrativa ed una serie di conferenze ad esse collegate.
La mostra “ Comunicare senza fili: dai segnali ai suoni”, che verrà inaugurata venerdì al Museo della Tecnica elettrica, si rivolge al largo pubblico, con particolare attenzione alle scuole di diverso grado, con l’intento di mettere a fuoco la grande rivoluzione della comunicazione senza fili.
Scaturita dalla scoperta delle onde elettromagnetiche di Heinrich R. Hertz intorno al 1887-88, questa rivoluzione venne portata avanti tra Ottocento e Novecento da diversi inventori. Marconi diede il contributo fondamentale, trasformando in breve tempo la telegrafia senza fili in un mezzo efficace di comunicazione di segnali a breve e lunga distanza.
La nuova tecnologia delle comunicazioni, che ben presto fu applicata anche alla trasmissione di suoni e della voce, fu anche uno straordinario successo commerciale. Nel 1897 Marconi fondò in Inghilterra la Marconi Wireless Telegraph Company, che si affermò come leader nella produzione di impianti e attrezzature per radiocomunicazioni. Si avviò allora l’era della radio e il suo impiego si diffuse dal settore commerciale a quello militare e civile. Con la trasmissione dei suoni la radio entrò nelle case private, inizialmente come mezzo di lusso di intrattenimento e poi via via di uso più comune.
Rievocata la figura di Marconi e messo in luce il suo contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili riconosciuto con il premio Nobel, l’esposizione, allestita da Enrico Valeriani, delineerà un breve percorso storico della telegrafia senza fili e poi della radio, cercando, attraverso dimostrazioni, di far comprendere l’idea della comunicazione senza fili.
Il centro della mostra sarà costituito da una pregevole collezione di radio ricevitori civili prodotti da Marconiphone a partire dal 1922 e poi, con lo stesso marchio Marconiphone, da Gramophone (La Voce del Padrone) a partire dal 1929 e da EMI (Electric and Musical Industries) dopo il 1931.
I visitatori meno giovani potranno riconoscere i ricevitori presenti nei salotti dei loro nonni, mentre quelli più giovani vedranno per la prima volta i progenitori degli attuali ricevitori quasi microscopici o addirittura integrati in complesse apparecchiature multifunzionali.
Nel periodo di apertura della mostra, presso la stessa sede, saranno organizzate giornate con conferenze ed altri eventi con la partecipazione di qualificati esperti italiani e stranieri, chiamati a illustrare la figura di Marconi e vari aspetti della complessa storia della radio, oltre che mostrare diverse applicazioni della radio.
Verranno inoltre organizzate dimostrazioni pratiche di trasmissioni direttamente del Museo. |