Alla collana “Appennino Meraviglioso” si aggiunge un’altra “perla”. “Appennino delle quattro province - Monti, Laghi, Valichi tra Pavia, Piacenza, Alessandria e Genova” di Fabrizio Capecchi è l’ultimo libro nato alla Croma, casa editrice fondata dallo stesso autore.
Fabrizio Capecchi, nato a Narni (Terni) e attualmente residente a Pavia, è laureato in Scienze Agrarie presso l’Università Cattolica di Piacenza. Dal 1987 si è dedicato alla fotografia e allo studio dell’Appennino, un ambiente frequentato assiduamente fin dagli anni giovanili… È qui che trova l’ispirazione per le sue pubblicazioni.
Nel 1990 fonda la Casa Editrice Croma, per i tipi della quale, nello stesso anno, esce il suo primo volume “Un’isola tra i monti. Le alte valli dell’Oltrepò fra il Trebbia e lo Scrivia”.
Nel 1993 è la volta di “Fra Trebbia Aveto e Taro” e, ad altri tre anni di distanza, dà alle stampe “Un altro Oltrepò”. A “Le vie del sale”, titolo del 2000, fa seguito “I nostri monti” (2006) - vincitore del Premio Anthia “Libro Ligure dell’Anno” - ed infine “Appennino delle quattro province”, pubblicato quest’anno e presentato, in anteprima nazionale, a Rivanazzano nell’ambito della serie “Incontro con l’Autore” proposta dalla Biblioteca Civica Comunale “Paolo Migliora”.
Dalla prefazione del volume, qualche riga che introdurrà il lettore all’esplorazione delle suggestive pagine illustrate…
“Guardando la carta geografica del nostro Appennino si nota un singolare intreccio di confini. L’estremità nordoccidentale della catena risulta divisa tra quattro province appartenenti a quattro regioni diverse. […]
Le strade, però, non conoscono confini. Dalle antiche mulattiere, ricordate oggi come vie del sale, alle carrabili ottocentesche che aprirono nuovi tragitti nei fondovalle, alle moderne autostrade, da sempre questo territorio è attraversato da vie importanti che collegano le città padane ai centri costieri, e da una trama di percorsi minori fra paesi di valli contermini. Monti e valichi hanno unito, anziché dividere, questo territorio, donandogli dei tratti comuni che affondano le radici nella storia e sono diventati cultura e tradizione, usi e costumi, parole e musiche che nell’insieme conferiscono a questa isola montuosa un carattere unitario non solo dal punto di vista geografico.
Se poi ci capita di salire, in una giornata tersa, una delle tante vette di questo Appennino, ecco che i confini scompaiono del tutto. Lo sguardo spazia lontano e può abbracciare, in un istante, tutto quanto disegnato sulla carta geografica. È bello imparare a riconoscere, da ogni luogo, cime vicine e lontane, valichi e laghi, paesi conosciuti e altri in cui mai siamo stati. E in certi giorni dell’anno, quando soffia il maestrale, l’aria può essere così limpida che da questi monti si vede da un lato la distesa del Mar Ligure, con la Corsica e l’Arcipelago Toscano, dall’altro la pianura e le Alpi. La geografia allora non è più una carta, ma è la terra stessa distesa sotto i nostri occhi”.
Le presentazioni del libro saranno accompagnata dalla videoproiezione di suggestive e spettacolari immagini estrapolate dalla pubblicazione e commentate dall’autore. |