Realizzata dal “Programma per la Storia, Filosofia e Didattica della Scienza e della Tecnologia” dell’Istituto per la Ricerca Neoellenica della Fondazione Nazionale di Ricerca Neoellenica nell’ambito del progetto europeo “Hephaestus”, la mostra “Il meccanismo di Antikythera” - a cura di Efthymios Nicolaidis, National Hellenic Research Foundation e di Fabio Bevilacqua, Università degli Studi di Pavia, per l’edizione italiana - vuole proporre al pubblico il racconto di una scoperta – quella dei numerosi frammenti di un oggetto antico, restituito dalle profondità marine di un’isoletta greca, Antikythera – di uno studio durato quasi un secolo – quello del significato dei frammenti dell’oggetto ritrovato – dell’attribuzione di un significato – computer astronomico o calendario astronomico.
Attraverso una serie di pannelli e con l’ausilio di due video il visitatore percorrerà le tappe del ritrovamento in mare, da parte di pescatori di spugne, del Meccanismo, della sua consegna al Museo Archeologico di Atene, in attesa di una sua “definizione”, degli studi condotti a più riprese dagli esperti, corredati nell’ultimo decennio da modernissime indagini realizzate con la tecnica della tomografia per imaging.
L’esposizione, che ruota appunto attorno al modello del Meccanismo di Antikythera, pone una serie di quesiti sulla vera natura dell’oggetto: anzitutto che cos’è e cosa rappresenta, cos’è un “computer astronomico” e perché viene definito “calcolatrice astronomica”.
Ci si interroga poi su il chi e il perché è stato studiato il “meccanismo” e su come si sia passati dalla definizione di “strana macchina di bronzo” ad “astrolabio”, a “planetario” per giungere dopo gli anni ‘70 alla definizione di “dispositivo meccanico di calcolo”.
La parte più affascinante della mostra riguarda, però, la “spiegazione” del meccanismo: come funziona, che cosa era in grado di dire o meglio predire e infine da chi è stato costruito.
Dotato di una sorta di “manuale di istruzioni” inciso sulle diverse parti che lo compongono, il Meccanismo, opportunamente “programmato” era in grado di predire le eclissi di sole e di luna e di verificare la posizione del sole, della luna e probabilmente anche di Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno sullo zodiaco.
L’aspetto che lo rende però straordinario è la capacità di mostrare il movimento variabile della Luna, realizzato attraverso una successione straordinaria di ingranaggi epicicloidali.
La mostra saràinaugurata mercoledì pomeriggio con alcune presentazioni sul tema Cosmologie antiche e recenti.
Efthymios Nicolaidis, ricercatore dell’Institute for Neohellenic Research della National Hellenic Research Foundation, curatore dell’edizione originale della mostra e segretario generale della DHST- IUHPS (Division of History of Science and Technology, International Union of the History and Philosophy of Science), illustrerà “The Antikythera Mechanism”.
Lucio Fregonese, professore di Storia della Fisica - Dipartimento di Fisica “A.Volta”- Università di Pavia parlerà su: “Dungal maestro irlandese a Pavia: Cosmologia, eclissi e diagrammi astronomici all’inizio del IX secolo”.
Bruno Bertotti, professore emerito di Fisica Teorica - Dipartimento di Fisica Nucleare e Teorica- Università di Pavia discuterà “La storia dell’universo nella cosmologia del Big Bang”. |